
Da un semplice e naturale movimento di accosciata, l’esercizio di
squat si è trasformato nel più complesso gesto biomeccanico del secolo.
• Dottori in scienze motorie,
• Istruttori di Body Building,
• Tecnici di Powerlifting,
• Preparatori atletici,
• Personal Trainer,
• Functional Training Coach,
• Fisioterapisti e Posturologi, Chinesiologi
• Ingegneri Biomeccanici,
• Antropologi Evoluzionisti,
Esperti
del movimento umano, ogni giorno sul web, si confrontano in
approfondite discussioni per esaminare ogni minimo dettaglio che
caratterizza lo squat:
• Mobilità e rigidità delle articolazioni: anca e caviglia,
• Attivazioni e Dominanze muscolari,
• Assetti Posturali e Squilibri funzionali,
• Carichi sul rachide e forze di taglio sul ginocchio,
• Utilizzo di accessori: tacco, cintura, ginocchiera,
• Tecniche esecutive e Tecniche di allenamento,
• Transfer funzionali nei gesti sportivi.
La
grande attenzione che ruota attorno a questo esercizio, fa capire
certamente la sua importanza in vari contesti, da quelli sportivi a
quelli rieducativi, preventivi, estetici e salutistici; ed ecco che
nelle palestre di fitness, moltissimi praticanti, influenzato dai
social, chiedono lo squat e si cimentano nelle sue diverse esecuzioni:
• gli atleti di Powerlifting per alzare il massimo peso sul bilanciere,
• gli atleti di Body Builder per sviluppare i muscoli degli arti inferiori,
• gli atleti di varie discipline sportive per migliorare la performance,
• gli over 50/60 per incrementare la propria efficienza motoria,
• i giovani bulli perché hanno letto che lo squat stimola il testosterone,
• le ragazzine perché hanno letto che lo squat è fondamentale per sollevare i glutei.
AD OGNUNO IL SUO SQUAT
Personalmente
mi schiero dalla parte di quei pochi che distinguono lo squat, come
anche altri esercizi base (Panca piana in primis), in almeno due macro
aree (per alcuni tecnici divise in Forma e Condizione) secondo un
diverso utilizzo dell’esercizio di accosciata:
A) lo squats, come fine, indirizzato alla prestazione del gesto in se, tipico del Powerlifter,
B) lo squat, come mezzo, finalizzato ad un lavoro sui muscoli motori tipico del Body builder
Anche
se apparentemente i due atleti fanno la stessa cosa piegandosi sugli
arti con un bilanciere sulle spalle, un attenta osservazione delle due
versioni di squat fa intravedere differenze tecniche relative a: tipo di
movimento, alla postura adottata, all’escursione articolare, alla
velocità esecutiva, a queste differenze si associa un diverso approccio
mentale (nell’organizzazione motoria del gesto) che si lega
all’obbiettivo stesso: il Powerlifter farà di tutto per alzare più peso
possibile aiutandosi con ciò che ha disposizione a partire dalla schiena
innescando degli stimoli fortemente neuromuscolari utili al
miglioramento della forza su tutta la catene cinetica in gioco; di
contro il Body builder cercherà di concentrare il lavoro su cosce e
glutei sviluppando una sensibilità propriocettiva-muscolare per
sfruttare a pieno il movimento ed indurre uno stimolo ipertrofico.